Monthly Archives: January 2014

decimo incontro 28/1/14 [le simmetrie in architettura]

Trovo che il metodo “vi do la definizione, poi vediamo le proprietà, e poi gli esempi e/o le applicazioni” renda la matematica a volte noiosa.. stavolta proviamo a fare il percorso inverso, vediamo prima come vengano sfruttate le simmetrie, in particolare, in architettura.

[In realtà a grandi linee, con l’esempio del rettangolo, abbiamo già visto che cosa sia una simmetria di una figura; nel caso specifico del rettangolo abbiamo trovato tre elementi (più uno banale, detto identità, che è quello che non muove il rettangolo)  che sono movimenti rigidi che non alterano la forma del rettangolo, che lo “mandano in sè stesso” , e che possono essere “composti” (nel senso di: applicati uno dopo l’altro) e il risultato di tale composizione è un altro elemento del gruppo (compresa la trasformazone banale). Vi ho detto che quest’oggetto fatto di quattro elementi e di una tabella delle composizioni, è detto gruppo di Klein (in realtà gruppo diedrale D_4… ma non c’è ambiguità poichè sono isomorfi, che dal greco vuol dire….)]

Leggiamo quindi l’articolo di Kim Williams “Le simmetrie in architettura” in Matematica e Cultura 2001, a cura di M. Emmer, Springer, 2001.

 

La simmetria come concetto “unificante”: cos’hanno in comune i seguenti edifici?

La secentesca Rundetårn di Copenhagen e la Torre Pendente di Pisa

Rundetårn_-_2013 TorrePisa-0

 

L’Astrodome di Houston e la cupola del Pantheon

astrodome KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA

 

 

Vediamo i diversi tipi di simmetria (che talvolta possono essere combinati insieme: ciò che la Williams nell’articolo chiama “simmetrie multiple”) in architettura e che effetto abbiano sullo spettatore li che vede/attraversa/”vive”.

 

SIMMETRIE BILATERALI (O ASSIALI)

Facciata del Pantheon

Pantheon_-_Piazza_della_Rotonda

Alamo Sant’Antonio in Texas

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Praça do Comercio a Lisbona

comercio_airview

 

DUALISMO

Oratorio di Orsanmichele a Firenze

Orsanmichele_interno

 

ROTAZIONI E RIFLESSIONI

Sacrestia S. Spirito a Firenze

(non trovo l’immagine!!)

Cupola del Brunelleschi di S. Maria del Fiore a Firenze

Cupola_santamariadelfiore

 

SIMILARITA’

Opera House di Sidney

Sydney_Opera_House

Castel del Monte, Puglia

Castel_del_Monte

 

SIMMETRIA A SPIRALE O ELICOIDALE

Torciglione Vor Frelsers Kirke, Copenhagen

Von_Frelsers_Kirke_-_soure

Cupola S. Ivo alla Sapienza

SIvoSapienzaCupola

Museo Guggenheim di New York

Guggenheim_ext guggh_interno

 

SIMMETRIE ROTAZIONE+RIFLESSIONE+SIMILARITA’

Pavimentazione S. Maria del Fiore, Firenze

 

(quasi tutte le immagini sono prese da Wikipedia)

 

 

problemi tecnici di un phone poco smart

Ragazzi scusate ma mi è defunto lo smartphone! Quindi temporaneamente, se ci sono comunicazioni urgenti, fatemele via messaggi (o mail) e soprattutto firmatevi, perchè temo che i vostri contatti fossero salvati sul telefono..

Altra questioncina tecnica, domani vorrei farvi vedere delle cose con GeoGebra: onde evitare di dover perdere due ore ri-scaricandolo, installandolo, poi la password qual’è, aspetta no accediamo con un altro utente, ah no ci vogliono i diritti dell’admin… e tante altre belle amenità.. non è che qualcuno ha un notebook che può portare con GeoGebra già scaricato (è facilissimo da installare e gratuito)? Porterei il mio MacBook ma non ho il cavo per rendere compatibile l’uscita video…

 

[Sarà una tecnologia che ci seppellirà..]

ottavo e nono incontro 14 e 21/1/14 [la (quarta) dimensione]

Scusate la latitanza della scorsa settimana, sapete il perchè..

Abbiamo letto “La quarta dimensione (euclidea): matematica e arte” di Michele Emmer (in Matematica e Cultura 2001, a cura di M. Emmer, Springer, 2001)

L’articolo di Emmer inizia con una citazione di U. Bottazzini, “La scienza dello spazio e la geometria immaginaria”  (in Il flauto di Hilbert, UTET, 2003) sulle lettere tra Gauss e Bolyai che tentavano di dimostrare il V postulato.. ma noi sappiamo che non è possibile!  (aveva ragione il padre di Jànos Bolyai, Farkas….) quindi Bolyai ha scoperto/inventato/deciso/postulato? una nuova geometria, quella iperbolica.

Riemann e il concetto di varietà, nel tentativo di una visione globale della geometria come studio di spazi di qualsiasi dimensione e “tipo”.

Il programma di Erlangen, Klein, la bottiglia e il gruppo (di simmetrie del rettangolo): costruzione “a mano” della tabella delle composizioni dei suoi 4 elementi.

Poincaré osserva che come si possono immaginare geometrie non euclidee, così si possano anche pensare mondi a quattro (o più) dimensioni..

Istantanea

Abbiamo visto la prima e l’ultima parte di Flatlandia e poi parlato di cubismo, ipercubi e ipersfere 1 e 2

 Ipercubo pierelli

settimo incontro 7/1/14 [ancora prospettiva] (+aggiornamento programma)

Vi è piaciuta galleria Spada? quali sono le vostre impressioni? Rifletteteci: la prossima volta vorrei foste voi a dirmi a cosa vi fa pensare il connubio “arte-matematica” (NON è ammessa la risposta: “sono due materie scolastiche”, come qualcuno mi disse, riguardo la matematica, nel primo incontro!! Studenti avvisati….)

 

Iniziamo con un contributo della prof. ssa Catastini  (par. 7 del contributo “Dalla geometria della visione alla trasformazione prospettica”,  in Matematica e Arte. Forme del pensiero artistico, a cura di Laura Catastini e Franco Ghione).

Per favore riportate le copie che vi ho lasciato! mi sono sbagliata, è meglio se le diamo agli assenti, poi in caso provvediamo a farne copie per tutti. Posso provare a fare le foto e caricarle qui…..

il risultato è pessimo!!!!!!!!!!! eccole 

20140114_00472120140114_00483820140114_004858

 

Ciò che abbiamo letto in classe è un paragrafo sul cosiddetto “punto all’infinito” di una retta, o meglio di un fascio di rette parallele. Come sappiamo, rette parallele NON hanno punti in comune.. cos’è allora questo “punto” (che, essendo “all’infinito”, non vediamo concretamente) comune a rette parallele? O, semplificando ancora di più, che cos’è che tutte le rette parallele tra di loro hanno in comune?

Come ha giustamente detto Francesca (e per questo si è meritata un cioccolatino post-epifania): la DIREZIONE! Ci siamo quindi convinti (o almeno spero) che il punto di fuga di un quadro, ad esempio, è il punto all’infinito di tutte le linee di profondità (cioè delle rette perpendicolari al piano del quadro).

Volendo semplificare ancora di più (ma solo per gli assenti! invito invece coloro che erano presenti a finire di leggere il paragrafo, dove si parla dell’esperienza in classe col prospettimetro) e anticipando uno degli argomenti che faremo (spero anche con la proiezione di Flatlandia) cioè il concetto di dimensione, possiamo dire che il punto di fuga, o il punto all’infinito delle rette di profondità, è l’artificio mediante il quale si rende, su una superficie bidimensionale (cioè “piatta” nel senso che si estende solo in lunghezza e larghezza), quale un foglio un quadro o una parete, la terza dimensione, ovvero proprio la profondità.

Proseguiamo leggendo qualche verso del De rerum natura di Lucrezio (libro IV, vv 426-431):

Un portico benché abbia profilo costante,
e appoggi completamente su uguali colonne,
se si vede da una parte finale in tutta la sua lunghezza,
poco a poco si stringe nella punta di un cono sottile
congiungendo tetto e suolo, tutto ciò che sta a destra e a sinistra,
fino a terminare nella punta oscura di un cono.

… ed ecco la versione originale!! Contenti?!

Porticus aequali quamvis est denique ductu    

stansque in perpetuum paribus suffulta columnis,

longa tamen parte ab summa cum tota videtur,  

paulatim trahit angusti fastigia coni,  

tecta solo iungens atque omnia dextera laevis

donec in obscurum coni conduxit acumen.

Infine abbiamo osservato le immagini proposte nell’articolo In obscurum coni conduxit acumen  (che poi è l’ultimo verso) sempre di Laura Catastini e Franco Ghione.

 

Augustus-Maskenraum

 

Ci siamo poi chiesti: com’è possibile che una “scienza” (nel senso di “qualcosa che si sa”,  da scĭo, scis, scii, scitum, scīre) vada perduta? Cioè che i pittori, fino al Rinascimento, in cui nasce un nuovo interesse per gli autori classici greci e latini, non sapessero come si fa una resa prospettica, e che quindi si affidassero una rappresentazione prospettica “intuitiva” (e sbagliata, poichè non vi era un punto di fuga, che esiste ed è unico)? Questo ci ha portati a riflettere su cosa sia la cultura, su come si costruisce e si tramanda il sapere, e sui rischi dei periodi di buio della ragione (p. es. il Medioevo, ma non è che di ‘sti tempi ce la passiamo tanto meglio.. e se ci scordassimo di come si scrive? se iniziassimo tt @ scrvr prpr cm i bimbim**kia??!?! 😛 😉 XD !!1!!!11!!!  LOL)

 

Con questa lezione concludiamo la prospettiva e la teoria della visione (per una trattazione completa si veda il libro “Le geometrie della visione. Scienza, arte didattica” di L. Catastini e F. Ghione, 2004 Springer); come vi ho detto vorrei inserire nel programma un argomento che inizialmente non c’era: numeri di Fibonacci, sezione aurea e spirali (e conseguentemente anticiperemo la parte sui frattali, anche perchè ho paura che, se la lascio a marzo a fine corso, poi non trovo più i broccoli da farvi vedere!! hehe, poi vi spiego.. )

cavolo-romanoHo cambiato di nuovo idea! Il corso proseguirà con

  • Dimensione: la quarta dimensione, proiezione di Flatlandia (se trovo il dvd), politopi (accenni).
  • Simmetrie: poligoni e poliedri (platonici), il concetto di simmetria (piana), tassellazioni, fiocchi di neve (e dna), architettura, decorazioni di stuoie africane.
  • Sezione aurea, Fibonacci e spirali: sezione/rettangolo/triangolo/rapporto aurei e spirale logaritmica, architettura, il concetto di successione (e induzione), i numeri di Fibonacci, ancora la spirale logaritmica, la fillotassi (e un po’ di frattali)
  • Lo specchio magico di M. C. Escher
  • Musica

(Ma devo capire quanto tempo mi resta per gli ultimi due punti)

Bentornati e bentornate!

Cari ragazzi e ragazze, avete passato delle buone feste?

Come ci siamo detti, domani ricomincia il corso: finiremo di parlare della prospettiva e mi piacerebbe avere anche vostre impressioni e osservazioni sulla visita alla galleria del Borromini.. (mica posso sempre parlare io!)

Vorrei infatti proseguire con il programma passando al connubio “matematica-arte” (postponendo le tassellazioni delle superfici) e mi piacerebbe fare con voi un brainstorming: per la volta successiva (lezione del 14 gennaio) vorrei che mi diceste voi, anche alla luce di quanto fin’ora fatto, come la matematica entra a contatto con l’arte (pittura, scultura, architettura, musica, letteratura).

Oggi siamo convinti che la geometria sia una scienza arida, indegna della sensibilità di un artista. Se la conoscessimo meglio, sapremmo invece che è pervasa di sensibilità e intuizione. Penso che la geometria, capita come solo un artista la può capire, sia poesia suprema.

Gino Severini (1997) Dal Cubismo al Classicismo