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—>DOMANDA IMPORTANTE: AVETE TUTTI GIA’ FATTO LE PROPORZIONI IN CLASSE?<—
[rispondete nei commenti! …….ma lo leggete ‘sto blog?!?!?!]
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La scorsa volta abbiamo rivisto meglio con Geogebra la proposizione 2, per convincerci del fatto che:
1) solo dopo averla dimostrata possiamo arbitrariamente traslare segmenti, cioè, ad esempio, “misurare un segmento col compasso” e poi riportarlo dove ci serve
2) il postulato 3 (si possono tracciare cerchi di qualsiasi centro e qualsiasi raggio) vuol dire che si può “usare un compasso” solo ed esclusivamente PRIMA puntandolo dove si vuole e POI aprendolo quanto si vuole (ma NON si può puntare un compasso DOPO averlo già aperto, o meglio lo si può fare, ma solo in virtù della proposizione 2, e non del terzo postulato!!)
Abbiamo poi iniziato l’argomento che ci porterà allo studio della prospettiva, cioè del modello matematico per rappresentare su una superficie bidimensionale, quale ad esempio un foglio, una tela o un muro, lo spazio tridimensionale “come lo vediamo”.
Ecco, appunto: “come vediamo”? (per questo “teorie della visione”)
_____________________(estratto da “Le diverse teorie della visione”, del gruppo G.A.L.S.)
Lo studio dei fenomeni luminosi si fa risalire al periodo greco; il solo effetto conosciuto della luce era la visione, per cui la domanda che i filosofi si ponevano era: come si fa a vedere? (ricordiamo che il punto di partenza per l’indagine era che “ogni ente fisico esisteva perché produceva degli effetti sull’uomo”)
Emissionisti (pitagorici, VI a.C.) Dall’occhio esce un quid (tentacoli o bastoncini) che raggiunge l’oggetto visto e lo cattura: l’occhio è come una lanterna che emette “raggi visivi” (ma allora perchè ci serve la luce per vedere??)
Immissionisti (democritei, V a.C.) La teoria atomista dei simulacri afferma che dei corpuscoli si staccano dagli oggetti per raggiungere i nostri occhi, gli oggetti mandano cioè alla nostra anima delle immagini (specie di ombre o simulacri materiali che rivestono i corpi, si agitano sulla loro
superficie e possono staccarsene, per portare alle nostre anime le forme, i colori e tutte le altre
qualità visibili). (Lucrezio e accecamento per oggetti sfolgoranti. Accenni all’esistenza di un lumen, agente esterno necessario per provocare l’emissione dei simulacri da parte degli oggetti, in quanto questi al buio non emettono nulla che li faccia vedere, costituito da corpuscoli piccolissimi che si lanciano nello spazio e lo riempiono tutto a grandissima velocità…) [..ricordate il discorso sulla velocità della luce? (e sul fatto che, no non si può superare!)]
Due fluidi (empedoclei, V a.C.) Teoria che prevede due emissioni: quella dell’occhio verso l’oggetto e quella dell’oggetto verso l’occhio. Empedocle sostiene che i due flussi sono uno esterno, esistente per sé, oggettivo, di natura corpuscolare, portante l’ordine, la forma ed il colore dell’oggetto; l’altro emesso dall’occhio per mezzo di un “fuoco” (da interpretare come spirito, anima o qualche entità ancor meno definita).
Azione tramite un mezzo (aristotelici, IV a.C.) La teoria di Aristotele era che vi fosse un movimento che si propaga tra l’oggetto e l’occhio e che modifica lo stato dei corpi diafani. Il corpo diafano al buio è in una condizione potenziale, è diafano in potenza. Lo stesso corpo si dice che è in luce, quando è diafano in atto. La sorgente di fuoco modifica il mezzo, riusciamo a vedere perché c’è alterazione del mezzo. Se intorno all’occhio ci fosse il vuoto completo, la visione sarebbe impossibile.
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Noi, tanto per cambiare, ci occupiamo di ciò che scrisse Euclide nell’opera Ottica http://en.wikipedia.org/wiki/Euclid%27s_Optics
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Luuuunghissima digressione su via Piccolomini: ho cercato di convincervi che l’effetto ottico dato dall’avvicinarsi e vedere la cupola rimpicciolirsi è dato dal confronto (che il nostro occhio automaticamente fa) con quanto invece si ingrandiscono i palazzi che per noi sono “in primo piano” (quelli della via). Cioè i palazzi, vicini e piccoli (rispetto alla cupola), si ingrandiscono molto mentre ci avviciniamo e a mano a mano li superiamo; la cupola invece, essendo lontana e più grande, non si ingrandisce altrettanto: ci sembra quindi rimpicciolirsi.
L’effetto (dolly zoom) di una cinepresa che si muove in avanti su un carrello, contemporaneamente zoomando indietro con l’obiettivo (o muovendosi indietro e zoomando in avanti) è ancora più strano: vedi ad esempio.
[anche qui digressione su L’odio, di Mathieu Kassovitz, che (inutile che mi chiediate di farvi vedere:è pieno di violenza, parolacce e droga) racconta, in maniera a volte dura e drammatica a volte esilarante, della vita in una banlieu parigina, e quindi di quella di un po’ tutte le borgate.. Ciò che però è il senso del film, di cui è portavoce il personaggio Hubert, è che l’odio genera altro odio, la violenza altra violenza.
Peraltro il titolo di questo blog viene proprio dall’incipit e dalla fine del film!!! XD ]